Tesori dell’inconscio. C.G.Jung e l’arte come terapia (2019)
Recensione libro “Tesori dell’inconscio. C.G.Jung e l’arte come terapia (2019) di R. Ammann (a cura di), V. Kast (a cura di),I. Riedel (a cura di), M. A. Massimello (Traduttore) “ Bollati Boringhieri editore
da Jung Italia – Psicologia Complessa
Carl Gustav Jung non si è rivelato soltanto un grande artista in prima persona. Ha sempre incoraggiato anche i suoi analizzandi (tra cui numerosi allievi) a esprimersi con colori e matite, vincendo la loro iniziale riluttanza a provarsi con mezzi che giudicavano impropri rispetto al tenore solo verbale dell’analisi, e di cui non comprendevano la finalità. Presto, però, tutti dovevano ricredersi.
Raffigurare ciò che si agitava nelle regioni profonde della psiche era un «compito a casa» molto spesso risolutivo per l’evolversi della psicoterapia.
Nelle mani di chi non aveva mai impugnato un pennello il contenuto dei sogni e delle visioni diurne prendeva forma materiale e, osservava Jung, «dispiegava completamente il suo effetto», ossia diventava «fantasia operante», e conduceva il paziente verso «qualcosa di inestimabile»: la «maturità psicologica».
Ma, oltre all’efficacia terapeutica, qualcos’altro – non intenzionale, non messo in conto da nessuno, analista o paziente – traspare da queste figure e si impone: la bellezza.
L’Archivio delle immagini conservato a Küsnacht dal C.G.Jung Institut di Zurigo custodisce 4500 opere di pazienti, raccolte da Jung tra il 1917 e il 1955, perlopiù anonime e di difficile datazione. “Tesori dell’inconscio” ne porta alla luce 178, selezionate e commentate sapientemente da un gruppo di studiosi che vanta competenze sia analitiche sia storico-artistiche.
Jung spiegherebbe l’aria di famiglia che colpisce subito negli acquerelli, guazzi e disegni inediti qui riprodotti riferendone il «simbolismo primitivo», l’«arcaismo inconfondibile» e la «barbarica intensità» alla comune radice nell’inconscio collettivo.
Ed è la stessa forza – dischiusa dai soggetti raffigurati, siano essi paesaggi, demoni interiori, furie animalesche o mandala – che vediamo agire nelle tavole de “Il Libro rosso” o negli splendidi manufatti di “L’arte di C.G.Jung.”