L’adolescenza tra crisi e crescita

L’adolescenza tra crisi e crescita

Sono sempre di più i genitori che si rivolgono a noi psicoterapeuti preoccupati   di   non capire i loro figli, raccontando di aver scoperto che il figlio fa uso regolare di spinelli, ha atteggiamenti  depressivi, disturbi nella condotta alimentare, o ancora tende a segnare il corpo con piersing e tatuaggi, o semplicemente è un figlio muto e misterioso. I genitori, ovviamente, si allarmano, si preoccupano, non riescono a dare significato adeguato al disagio dei ragazzi e questo non fa altro che complicare ulteriormente  il loro rapporto con i figli.

Anche dalle istituzioni scolastiche proviene la richiesta di interventi specialistici per sostenere insegnanti e genitori nel delicato compito educativo sollecitati dai recenti fatti di cronaca che segnalano i casi più gravi di allarme sociale, omicidi tra ragazzi, suicidi incomprensibili, imprese di gruppo, vandalismi, violenze di banda,  bullismo.

In effetti, il periodo dell’adolescenza, fase decisiva per la costruzione dell’identità adulta, se da sempre ha costituito un momento della vita e del processo di sviluppo estremamente complesso e difficile,  sembra che oggi questo percorso si sia fatto ancora più complicato, più lungo e  talvolta più rischioso.

In tale periodo il ragazzo e le ragazza, per motivi di ordine fisiologico e biologico, attraversano un momento di grandi trasformazioni corporei, cognitivi e affettivi che portano con sé profondi e rilevanti squilibri e fragilità emotive. Infatti è in questa fase che l’adolescente deve rinunciare all’identità legata all’infanzia precedentemente acquisita e confrontarsi con un’identità nuova, quasi estranea, imposta dai suddetti cambiamenti.

D’altra parte la crisi esistenziale che  accompagna l’adolescenza è la stessa che dà ai ragazzi la possibilità  della crescita, del passaggio alla maturità che inevitabilmente prevede  la necessaria separazione dalle figure genitoriali, la costruzione di nuovi legami affettivi e sociali, la capacità di pensare il proprio corpo in evoluzione, e pertanto la necessità di costruire un’identità rinnovata e soprattutto autonoma dai precedenti legami.

 

I compiti evolutivi che l’adolescente deve affrontare, molto spesso  appaiono al ragazzo non solo enormi, ma per certi versi drammatici. Uno dei maggiori psicoanalisti dell’età evolutiva, Winnicott in un saggio del   1974 ( *)   parla di “diritto all’immaturità” come termine essenziale quando  si  parla  di  adolescenza  e  dunque  non  come  qualcosa  di  negativo.  L’Autore  indica  la necessità che la conquista del proprio spazio, il passaggio dalla maturità alla responsabilizzazione, avvenga per l’adolescente in un contesto di sano confronto con gli adulti, con la presenza autorevole delle figure genitoriali, nelle quali il ragazzo ha, comunque, bisogno di trovare i propri naturali antagonisti.

Tuttavia l’adolescenza con le sue crisi e turbamenti è una fase necessaria per la crescita e la crescita esige tempo. Ciò vuol dire che mentre l’adolescente si muove verso la maturazione, la responsabilità di accompagnarlo nel processo di sviluppo rimane sempre dei genitori e degli  adulti.

Se  rinunciamo  al  nostro  ruolo  autorevole,  gli  adolescenti  rimangono,  sostanzialmente, lasciati a se stessi, in uno spazio interno vuoto che crea angoscia e sono spesso “costretti” a cercare una  pseudo-maturità  che  li  porta  ad  esprimere  mistificanti  atteggiamenti  “da  adulti”.  La conseguenza naturale è l’oggettivo pericolo che essi finiscano per adottare prematuramente comportamenti non adeguati al loro processo di crescita o  tentare di dimostrare la propria maturità usando l’accresciuta vigoria fisica e le nuove abilità  in forma violenta. Lo sbocco di una confusa situazione in questo senso può, altresì consistere in reazioni depressive con manifestazioni auto o etero  aggressive  che  spesso  costituiscono,  attraverso  il  passaggio  all’atto,  una  vera  fuga  dalle proprie emozioni attraverso comportamenti irrazionali,( come ad esempio gettando la loro tristezza al vento alla velocità del proprio motorino).

L’adolescente stesso è alla ricerca di regole, limiti per crescere, per entrare nella vita adulta. Molti dei comportamenti rischiosi ai quali si è accennato ( uso di sostanze, vandalismo, velocità estrema) rientrano in questa logica. Non si tratta, dunque, di una pura trasgressione, ma di voglia di misurarsi, di aprirsi all’incertezza dei risultati: misurare la forza attraverso il rischio. Spesso la trasgressione è una vera e propria sfida, una provocazione onnipotente e disperata che è alla ricerca

 

di una risposta adulta ferma e incorruttibile. Gli adolescenti devono trasgredire per crescere. Per questo è importante che i genitori sappiano distinguere la trasgressione che esprime un desiderio di crescere e di autonomia da quelle che segnalano un disagio individuale più profondo.

Come porsi allora di fronte a tutto ciò?

 

La nostra adolescenza può non aiutarci a capire i ragazzi: le differenze infatti possono essere tali che si rischia, utilizzando solo i ricordi della nostra prima giovinezza, di non capire il senso del comportamento dei nostri ragazzi.

La cosa migliore da fare può essere osservare con fiducia i loro cambiamenti, tollerare l’ansia sempre presente quando non ci sono risposte certe, stare comunque  ad ascoltare, con pazienza, ciò che questi ragazzi spesso non riescono a spiegare, mantenere sempre una attenzione vigile ai loro bisogni emotivi.

Gli adolescenti chiedono di   esplorare il mondo sapendo di poter ritornare dalle loro digressioni e trovare adulti disposti ad ascoltarli e rinfrancarli. L’ascolto, l’empatia, la curiosità, sono tutti elementi che servono per accompagnare il percorso dell’adolescente. Di fronte ai loro incerti percorsi evolutivi lasciamo loro la possibilità di essere confusi, anche quando ci sembra di avere la soluzione da suggerire, senza tuttavia lasciarli soli. Il lavoro di noi adulti è proprio quello di non lasciarli soli, di aiutarli ad essere consapevoli nelle loro scelte. Accettando con vigilanza il rischio della loro libertà e della autonomia.

 

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